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Sicurezza Informatica / Privacy
« on: March 30, 2017, 07:46:11 PM »
[DIM=20pt]Trump cancella la privacy online:
“I provider raccoglieranno dati personali
e li venderanno senza consenso degli utenti”
[/DIM]



Il testo è passato al Senato e al Congresso e ora attende soltanto la firma del presidente Usa, che si è detto favorevole alla normativa. Scorza: "Provvedimento inquietante, ma miniera d'oro per chi fa business". Sarzana: "Anche le agenzie governative in passato hanno raccolto dati senza chiedere il via libera agli utenti"
di Eleonora Bianchini | 29 marzo 2017

Adesso manca soltanto la firma di Trump, perché Congresso e Senato hanno già dato via libera al testo che cancella la privacy degli utenti online. E smantella così quanto approvato dalla Federal Communications Commission (un’autorità equiparabile all’Agcom italiana) durante l’amministrazione Obama. In sintesi, addio al divieto per i provider AT&T, Verizon e Comcast di raccogliere e vendere i dati dei loro clienti senza il loro consenso, fra cui la cronologia delle ricerche, la geolocalizzazione, i numeri di previdenza sociale o le app scaricate dai negozi digitali. Cancellati quindi i paletti imposti lo scorso anno ai colossi della telefonia per evitare di vendere e condividere i dati dei consumatori durante la navigazione su internet da cellulari e computer per motivi pubblicitari. I democratici, così come tantissimi utenti sui social media, si sono opposti alla normativa che, però, ora attende soltanto la firma del presidente. Scontata.

“Quello che è passato è preoccupante – spiega Guido Scorza, esperto di diritto digitale -, ma bisogna distinguere alcuni ambiti. Innanzitutto l’obiettivo dichiarato della legge è quello di creare regole uniformi tra gli ‘over the top‘, ovvero Google e Facebook, e i provider. Quindi l’assunto di partenza è che da Verizon a Comcast non ci sarà alcuna violazione della privacy perché ci sono già altri big che raccolgono dati”. In teoria, stesse regole per tutti. “Sul mercato, di fatto, sono concorrenti in senso lato per la vendita dei dati personali ai fini della profilazione degli utenti”. Ma la quantità di dati che possono raccogliere è molto diversa. “Se rimaniamo su Facebook, ad esempio, possiamo leggere i giornali, vedere video, scrivere post. Ma tutto accade all’interno della piattaforma, non durante la navigazione su altri siti. E per registrarci abbiamo dovuto dare il nostro consenso. Con questa legge invece, il nostro via libera non c’è. La quantità di dati che i provider possono raccogliere è una miniera d’oro per il business“. Parliamo di dati sanitari e relativi alla geolocalizzazione fino alle informazioni legate all’internet delle cose, dove anche gli oggetti sono connessi. “Poniamo ad esempio che il nostro frigo si connetta per ordinare al supermercato una cassa di birra. La ordino spesso? Posso essere anche ‘profilato’ come alcolista“. Tutto senza il consenso dell’utente. “E così registro quello che fai usando il web per tutta la vita”. Questa, conclude Scorza, è inoltre una normativa che segna il punto di rottura tra la concezione della privacy in Usa e in Europa. “Da noi la Corte di Giustizia dichiara illegale la detenzione indiscriminata dei dati di traffico degli utenti, negli Stati Uniti invece non solo puoi conservare le informazioni personali, ma utilizzarle per la profilazione. Una filosofia completamente diversa”.

E che è esclusivamente business oriented per Fulvio Sarzana, esperto di diritto dell’informazione. “Negli Usa il concetto di privacy è quello di Zuckerberg: se posso farci business, lo uso. In più il concetto della net neutrality (principio giuridico che assicura la stessa fruizione dei servizi attraverso la rete, ndr) è fortemente inviso alle compagnie telefoniche, a differenza di Google e Facebook. Con Obama la Federal Communications Commission (che ha scritto la legge ora ‘abolita’ da Congresso e Senato, ndr) aveva pensato, tra l’altro, a ‘corsie preferenziali’ (ad esempio ad una banda ad hoc) per usufruire di determinati servizi pubblici. Un testo che Obama ha sostituito con un suo ordine esecutivo che non prevedeva nessun distinguo tra gli utenti”. Dunque favoriva – tra gli altri – anche i grandi colossi di servizi come Google (per il servizio mail, ad esempio) e Facebook. “Con questa legge Trump non difende i loro interessi, ma quelli delle compagnie telefoniche. Del resto sappiamo anche che in campagna elettorale Brin, Page e Zuckerberg, come le grandi star di Hollywood, si erano schierate contro l’attuale presidente Usa”.

Che così toglie anche il business esclusivo della profilazione ai due colossi per includere nel mercato del marketing i provider. “Non dimentichiamo però che anche con lo scandalo di Prism tanti utenti venivano già segretamente profilati. Le agenzie governative in passato hanno raccolto enormi quantità di dati, e lo hanno fatto di nascosto e senza chiedere il consenso”. Quindi neanche prima era un sistema equilibrato, “perché si trattava di una net neutrality a senso unico. Ora rimane da capire che fine faranno i dati raccolti dai provider, specialmente quelli sanitari e i numeri di previdenza sociale. Se saranno venduti alle agenzie governative o ad altri operatori commerciali”.
di Eleonora Bianchini | 29 marzo 2017

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Crittografia / Piccoli chiarimenti sulla chat segreta di Telegram
« on: March 08, 2017, 10:26:30 PM »
Dato il notevole numero di domande a riguardo ho deciso di scrivere due righe a proposito della chat segreta di Telegram.
Come tutti ben sanno esiste Telegram Desktop, dove dal pc potete interagire con la chat di Telegram ma non alle chat segrete, perchè?

La chat segreta di Telegram è end to end, quindi tra i due interlocutori, nel nostro caso tra due smartphone, se uno dei due cambia smartphone la chat segreta va rifatta, perchè ovviamente manca uno dei due end. 🙂

Ricordo inoltre che nella chat segreta di telegram è criptato solo il testo. I contenuti multimediali come audio, immagini o altro invece no.

Fonte You are not allowed to view links. Register or Login
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Tips from the Community - Consigli dalla Comunità / Re:LaTeX
« on: February 11, 2017, 03:23:46 AM »
ho risolto con questo plugin: You are not allowed to view links. Register or Login
dimmi se va bene, fai delle prove nella sandbox...
il bbcode tag è jstex
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Il titolo dice tutto, in questo articolo parleremo della licenza GPLv3, detta anche GNU GPLv3, e come si utilizza in caso di deploy di un programma da voi realizzato.
Odio parlare di questioni legali, ma dato che riguarda la tutela del software che noi scriviamo, VA FATTO!!!
Per chi non lo sapesse la licenza GPL (sta per General Public License) è la licenza libera creata da Richard Mattew Stallman negli anni 80 quando iniziò a spopolare il software proprietario, e la utilizzò per il suo sistema operativo chiamato GNU, nome ricorsivo che sta per GNU is Not Unix. Più in la (nel 1991) uno studente finlandese chiamato Linus Torvals creò un kernel chiamato appunto Linux ed utilizzò la licenza GPL per proteggere il suo software.
Dato che GNU non aveva ancora un kernel stabile (il suo nome è Hurd), si decise di fondere il sistema operativo GNU con il kernel Linux, e da li è nato finalmente il sistema operativo GNU-Linux.
Premetto che ci sono svariate licenze libere oltre la GPL, in altri articoli ne parleremo nel dettaglio, una licenza per essere considerata libera deve seguire queste quattro clausule:
1 - Usa (devi avere il diritto di utilizzare tale software);
2 - Analizza (devi poter analizzarne il codice sorgente);
3 - Modifica (devi avere il diritto di modificare il codice sorgente);
4 - Condividi (devi avere il diritto di redistribuire il programma o codice sorgente, sia se modificato che non).

La GPL si differenzia dalle altre licenze libere, perchè un programma protetto da tale licenza NASCE LIBERO, CRESCE LIBERO E MUORE LIBERO.
Anche la licenza BSD è libera, ma permette la chiusura del codice. Parleremo di questo in un altro articolo.

Torniamo a noi.
Per distribuire il nostro programma sotto licenza GPLv2 o GPLv3 dobbiamo:
1 - inserire in ogni file del nostro programma la nota di copyright, ad esempio "Copyright 2017 Mario Rossi";
2 - Una nota dove segnalate la licenza utilizzata e l'anno incui è stato completato il programma, quindi se il programma è stato completato nel 2016, ma è stato pubblicato nel 2017, dovete scrivere 2016. Bisogna aggiungere l'anno per ogni versione, quindi mettiamo il caso che la prima versione è del 2016, l'altra è del 2017, bisogna scrivere "Copyright 2016, 2017 Mario Rossi". Se avete fatto più versioni negli anni dello stesso pogramma, ad esempio dal 2002 al 2017, potete usare la dicitura "2002-2017" anzichè elencare ogni anno. Se avete utilizzato del codice di un altro programma protetto dalla stessa licenza, riportate anche le loro note di copyright prima delle vostre;
3 - Inserite sempre una mail o un modo per contattarvi, o nel README o nel programma stesso, insomma dove volete;
4 - La nota sulla licenza utilizzata, in caso di programmi standalone (costituiti da un unico file) è diversa da un programma composto da più file. A fine articolo vedrete il link della nota. Nella stessa, potete sostituire "This program" con il nome del vostro programma ovviamente.
5 - Nel caso in cui il vostro programma è costituito da più file (e quindi non è standalone) potete inserire questa nota su ogni file sorgente del programma stesso, sostituendo "Nome-Programma" con il nome del vostro programma.

Ecco finalmente i link alla licenza ed alle note da aggiungere:
Testo GPLv3: You are not allowed to view links. Register or Login
Nota per programmi standalone: You are not allowed to view links. Register or Login
Nota per programmi non-standalone: You are not allowed to view links. Register or Login

Spero di essere stato abbastanza chiaro, come ben sapete non parlo il legalese, quindi ho scritto l'articolo a modo mio rendendolo comprensibile a tutti.

Fonte: You are not allowed to view links. Register or Login
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